argomento: Giurisprudenza - DIRITTO COMMERCIALE

La Corte di Cassazione ha ribadito che «il diritto del socio ad una chiara, corretta e veritiera rappresentazione di bilancio ed il conseguente interesse ad impugnare la deliberazione che lo approva sussiste anche allorché la società abbia perduto il proprio capitale e se il valore economico delle singole partecipazioni sia azzerato, dal momento che pure in presenza di una causa di scioglimento la partecipazione costituisce un bene del patrimonio del socio» e nemmeno «cessa l’obbligo degli amministratori (o dei liquidatori) di redigere e sottoporre all’approvazione dell’assemblea il bilancio, che, quindi, deve essere redatto secondo le modalità inderogabilmente prescritte dalla legge».

Inoltre, la Suprema Corte ha confermato che l’interesse ad agire del socio «non deve essere circoscritto alla mera aspettativa di un più favorevole risultato economico dell’esercizio cui il bilancio si riferisce, potendo attenere anche soltanto alla corretta informazione […] sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa».

L’ordinanza della Corte di Cassazione del 23 luglio 2021, n. 21238, è consultabile sul sito www.italgiure.giustizia.it al seguente link:

http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20210723/snciv@s10@a2021@n21238@tO.clean.pdf