Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

21/02/2020 - Motivazione degli atti impositivi

argomento: Giurisprudenza - DIRITTO TRIBUTARIO

Con sentenza n. 4070, depositata il 18 febbraio 2020, la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito il seguente, ineccepibile, principio di diritto: la motivazione degli atti tributari deve sempre consentire l’intelligibilità delle ragioni sottese all’azione impositiva dell’Amministrazione finanziaria, in quanto la motivazione degli atti impositivi è diretta a garantire il pieno esercizio del diritto di difesa, ponendo il contribuente, fin dal momento della notificazione del provvedimento, in condizione di contestarlo, seguendo un’adeguata linea difensiva. La fattispecie al vaglio della Suprema Corte concerneva due avvisi di liquidazione con i quali l’Agenzia delle Entrate aveva, dapprima, revocato l’agevolazione per l’acquisto di una “prima casa” in ragione del carattere “di lusso” dell’immobile compravenduto e, per l’effetto, revocato anche le agevolazioni connesse al mutuo collegato all’immobile, sulla scorta della seguente motivazione: “da controlli d’ufficio effettuati risulta la decadenza dell’agevolazione per l’acquisto della prima casa in quanto l’immobile [...] risulta possedere i requisiti di lusso in base ai criteri posti dagli artt. 5 e 6 del DM 2.8.1969”. Con la sentenza in commento, la Suprema Corte ha dichiarato la nullità degli avvisi di liquidazione impugnati ex art. 7, L. n. 212/2000, in ragione dell’assoluta “inintelligibilità dei criteri adoperati dall’amministrazione per valutare la sussistenza dei requisiti previsti per gli immobili di lusso”, specificando che il vizio di motivazione degli atti impositivi ha carattere sostanziale e, come tale, non può mai essere sanato dall’Ufficio in sede di giudizio.

Il documento è reperibile al seguente link

http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20200218/snciv@s50@a2020@n04070@tS.clean.pdf