Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

15/10/2018 - Indebita prosecuzione dell’attività sociale e responsabilità dell’amministratore: quantificazione dei danni

argomento: Giurisprudenza - DIRITTO COMMERCIALE

Il Tribunale di Milano – nell’ambito di un’azione risarcitoria promossa nei confronti dell’amministratore unico (e socio di maggioranza) di una s.r.l. dagli altri due soci – ha stabilito che non può trovare applicazione il criterio della «differenza dei netti patrimoniali» trattandosi di società «formalmente attiva per un brevissimo arco di tempo e per di più con movimentazioni estremamente ridotte», nel caso in cui il suo utilizzo non sia minimamente giustificato da parte attrice.

Come statuito dalla Corte di Cassazione (tra le altre, Cass. n. 9983/2017), tale criterio presuntivo può essere adottato «nel caso di impossibilità di una ricostruzione analitica dovuta all’incompletezza dei dati contabili ovvero alla notevole anteriorità della perdita del capitale sociale rispetto alla dichiarazione di fallimento», purché «tale utilizzo sia congruente con le circostanze del caso concreto e che, quindi, l’attore abbia allegato un inadempimento dell’amministratore almeno astrattamente idoneo a porsi come causa del danno lamentato ed abbia specificato le ragioni impeditive di un rigoroso distinto accertamento degli effetti dannosi concretamente riconducibili alla sua condotta».