Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

04/07/2018 - Soglie dimensionali di fallibilità e determinazione degli esercizi rilevanti

argomento: Giurisprudenza - DIRITTO FALLIMENTARE

Pronunciandosi sul presupposto soggettivo di fallibilità previsto dall’art. 1 L.F., la Cassazione (Cass. 24 maggio 2018, n. 12963) ha chiarito che «il legislatore ha individuato le soglie dimensionali di un imprenditore la cui insolvenza provoca allarme e deve essere rimossa e ha predeterminato le stesse calibrandole su una prospettiva temporale annua di valutazione». Di talché, prosegue la Corte, «la compagine sociale rimane libera di modificare l’epoca di chiusura del proprio esercizio incidendo sulla durata complessiva dello stesso, ma tale deliberazione, se adottata nell’imminenza del procedimento per la dichiarazione di fallimento, non rileva ai fini dell’apprezzamento dell’avvenuto superamento delle soglie di fallibilità, le quali debbono rimanere ancorate a riferimenti, eventualmente riclassificati, di portata annuale».

Ragion per cui, il Supremo Collegio ha espressamente affermato il principio di diritto in forza del quale «il disposto della L.F., art. 1, comma 2, lett. a) e b), predetermina soglie calibrate su una prospettiva temporale annua di valutazione che non possono essere vanificate da una scelta di abbreviazione dell’esercizio compiuta dall’imprenditore», da cui consegue che «i tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento da apprezzare ai fini della verifica dei presupposti di fallibilità devono pertanto intendersi come esercizi aventi ciascuno durata annuale, a meno che non sia trascorso un lasso di tempo inferiore dall’inizio dell’attività dell’impresa».