argomento: Giurisprudenza - DIRITTO TRIBUTARIO
Con sentenza del 29 ottobre 2024, n. 27870, la Corte di Cassazione ha esaminato i profili di abuso del diritto di un’operazione di scissione effettuata da una società che, dopo aver acquistato e concesso in godimento a titolo gratuito un immobile ai due soci, era stata posta in liquidazione e, successivamente, aveva realizzato un atto di scissione con cui, previo frazionamento, l’immobile era stato assegnato ai soci. La Corte Suprema ha affermato la natura abusiva di tale operazione e, conseguentemente, ha riqualificato l’atto di scissione quale atto di assegnazione di beni immobili ai soci. Secondo i giudici di legittimità, l’operazione è priva di valide ragioni extrafiscali (che la società individuava nella necessità di porre fine ad un dissidio tra i soci nella gestione della società), atteso che (i) la società si era sempre limitata a concedere in comodato gratuito l’immobile medesimo ai soci; (ii) l’esistenza di un dissidio tra i soci avrebbe dovuto comportare la liquidazione della società (come in effetti era avvenuto prima della scissione); (iii) la scissione operata in seguito all’avvio della procedura di liquidazione “non aveva, a quel punto, alcuno scopo di riorganizzazione o razionalizzazione delle strutture societarie, ma solo quello di profittare del regime fiscale di neutralità della scissione ex art. 173 TUIR, attribuendo ai due soci l'immobile appartenente alla società scissa, contestualmente estinta”.
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