Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Risanamento dell´impresa e tutela dei crediti tributari: obiettivi in conflitto? (di Gerardo Longobardi)


L’Autore affronta il tema del rapporto tra due interessi in conflitto: quello al risanamento dell’impresa e alla soddisfazione dei crediti tributari. L’articolo illustra le innovazioni introdotte sull’argomento dal D.L. n. 193/2016 e termina prestando particolare attenzione alle implicazioni fiscali dell’ipotesi di chiusura anticipata del fallimento ai sensi dell’art. 118 l.f.

Company Recovery and Protection of Tax Claims: Conflicting Aims?

The Author addresses the issue of the relation between two conflicting interests: the interest related to the company recover and that related to the fulfillment of tax claims. The paper illustrates the innovations introduced by the Legislative Decree no. 193/2016 and finally deals with the fiscal implications of the hypothesis of anticipated closure of the insolvency proceeding.

Sommario 1. Premessa – 2. Il tema del risanamento dell’impresa e della tutela dei crediti tributari è tornato recentemente all’attualità – 3. Il necessario intervento in sede di primi indizi di crisi – 4. Falcidiabilità IVE e CGE – 5. Art. 118 l.f.: chiusura anticipata fallimento e ricadute fiscali. 1. Premessa Le ricadute fiscali delle procedure concorsuali oltre ad essere di grande importanza, sono oggi di grande attualità. Prima di effettuare un “riesame” della normativa esistente o delle proposte di modifiche legislative su tali tematiche, vorrei mettere in evidenza alcuni dati – estratti da un campione rappresentato dai rapporti redatti dai curatori ai sensi dell’art. 33 l.f. in 4.827 procedure pendenti – relativi alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano. Dall’inda­gine è emerso che nel primo semestre del 2015 il 40% dei debiti ammessi al passivo era rappresentato da crediti verso l’Erario ed Enti previdenziali (del totale di € 24,9 mio, questi vantavano ben € 9.7 mio). Si tratta di una situazione emergenziale, dove è necessario intervenire, sia con misure improntate a velocizzare il recupero del gettito laddove l’insol­venza sia conclamata sia con un monitoraggio preventivo nei casi in cui l’impresa versi in situazione di crisi o di (pre-crisi), così da evitare che si accumulino ingenti debiti, soprattutto verso la P.A. Pur non credendo alla generalizzazione della formula “imprenditore fallito, onesto ma sfortunato”, occorrerebbe comprendere se il nostro sistema fiscale sia adeguato e sostenibile da parte di quanti siano disposti a fare impresa in modo onesto e se forse non sia il caso di rivedere l’impianto giuridico su cui tale sistema si basa. Perché, se è vero l’assunto che le procedure concorsuali devono avere ad oggetto la realizzazione dei diritti dei creditori nell’osservanza della (oramai obsoleta) regola della par condicio, dai dati di Milano mi pare di capire che la massa fallimentare sia oggi destinata alla soddisfazione dei creditori privilegiati e precipuamente del creditore Erario. Insomma una revisione del sistema non si attua con modifiche estemporanee, bensì in un’ottica di interventi collegati da un obiettivo (macro economico) comune. Che qualcosa non funzioni è chiaro anche alla CGE che con argomentazioni ragionevoli e condivisibili ha previsto la possibilità di falcidia dell’IVA. Su questo aspetto ritorno in seguito. 2. Il tema del risanamento dell’impresa e della tutela dei crediti tributari è tornato recentemente di attualità Seppure indirettamente, con il decreto collegato alla legge di bilancio 2017 (d.l. n. 193/2016) che ha previsto, come noto, la c.d. rottamazione delle cartelle, ossia la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti [continua..]

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