Relazione presentata al convegno: Il concordato fallimentare: vecchie e nuove tecniche di risanamento dell’impresa in concordato e perdurante vitalità dell’istituto, Scadicci, 7-8 Novembre, 2018.
La relazione offre lo spunto per operare una analisi del concordato, tra vecchie e nuove tecniche di risanamento dell’impresa sottoposta alla procedura, e sulla perdurante vitalità dell’istituto. Sollecita riflessioni, nei casi di crisi ed insolvenza, da un lato, sul sostegno dell’occupazione sull’applicabilità degli ammortizzatori sociali e gli incentivi all’esodo e, dall’altro, sulla salvaguardia dei valori aziendali e di risanamento, con attenzione alla disciplina attuale per come rivisitata.
New regulation of labor relations and its impact for the purposes of the concrete possibility of safeguarding The report offers the opportunity to make an analysis of the arrangement, between old and new techniques for reorganizing the company subject to the procedure, and on the continuing viability of the institution. It urges reflections, in cases of crisis and insolvency, on the one hand, on the support of employment on the applicability of social shock absorbers and incentives to leave and, secondly, on the safeguard of company values and reorganization, with attention to the current discipline as revisited.
1. Premesse
Reputo indispensabile attuare una preliminare collocazione del tema correlandolo alla evoluzione in atto della economia, essendo innegabile la presenza di profonde trasformazioni che riguardano non solo l’impresa, ma anche lo stesso mercato nel quale essa è destinata ad operare.
Le vicende contrattuali risultano, d’altronde, ormai sempre più disciplinate dalla lex mercatoria, e cioè da quel complesso di regole individuato dal sistema imprenditoriale, nella ricerca di criteri destinati a regolamentare in modo uniforme i rapporti che si instaurano tra operatori appartenenti a mercati diversi.
È stato precisato rappresentare l’insolvenza “… una discrepanza tra ciò che l’impresa può economicamente sopportare e ciò che giuridicamente sarebbe obbligata a sopportare” e, per l’effetto, che il rimedio ad una siffatta situazione può essere individuato, alternativamente, nella eliminazione dell’impresa dal mercato, mediante la liquidazione, oppure “… portando la misura dei debiti dell’impresa in linea con la misura dei debiti…” che essa può sostenere, attraverso una combinazione di misure organizzative, commerciali, finanziarie e giuridiche, con la ridistribuzione dei diritti partecipativi, sì da consentire l’ingresso di nuovo capitale (c.d. reorganization) [1].
L’obiettivo comune si sostanzia:
- nella ricerca di soluzioni per una migliore allocazione delle risorse disponibili e per una maggiore efficienza del loro utilizzo, non solo, incrementativa del capitale utilizzabile, ma in termini di cambiamento e crescita delle professionalità dei lavoratori;
- nella realizzazione di prodotti od offerta di servizi sempre più competitivi;
- nell’intento di trovare nuovi equilibri allo scopo di favorire, nei momenti di crisi, il salvataggio dell’impresa – la cui fisionomia è oggi notevolmente cambiata per come influenzata dai processi di delocalizzazione geografica, anche transazionale, di esternalizzazione e di dematerializzazione – attraverso, se necessario, la sua conservazione mediante il trasferimento, permettendo che le vicende circolatorie di essa, o di singoli rami, possano impedire il verificarsi di quegli effetti perniciosi per quanti hanno collaborato alla fase produttiva e contribuito alla sua crescita [2].
Il fenomeno, in particolare, della new economy, nato dalla diffusione sempre più capillare delle tecnologie informatiche, ha determinato una vera e propria rivoluzione all’interno del contesto economico produttivo, con inevitabili riflessi sugli effetti organizzativi [3].
Una gestione, perché possa mantenersi in equilibrio, deve, però, necessariamente consentire la congrua remunerazione, [continua..]