Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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I problemi della società (di Andrea D’Amato (Avvocato in Torino))


L’Autore analizza alcuni possibili rimedi che i soci di una società partecipata al 50% da due soggetti hanno a disposizione quando tra gli stessi vengono a crearsi situazioni di stallo decisionale che nel medio-lungo periodo potrebbero determinare il rischio di liquidazione della società per impossibilità di funzionamento dell’assemblea, con conseguente perdita del valore che essi hanno contribuito a creare.

Nessuno dei rimedi presi in considerazione è esente da rischi e ciò induce, nella maggior parte dei casi, i soci a trovare una composizione amichevole della crisi.

The problems of the company

The author analyzes some possible remedies that the members of a company 50% owned by two parties have at their disposal when between them are created by the decision-making deadlocks that medium to long term could result in the risk of liquidation of the company due to the impossibility the assembly operation, resulting in the loss of the value that they have helped create.

None of the remedies considered to be free from risks, and this leads, in most cases, the shareholders to find an amicable settlement of the crisis.

 

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1. Introduzione La società “fifity-fifty”, nell’ipotesi in cui si determinino tensioni e contrasti tra i soci [1], appare caratterizzata da problemi gestionali di inagevole soluzione e da un’intrinseca difficoltà a essere funzionale al raggiungimento dell’oggetto sociale che, presto o tardi, determina una totale impasse operativa [2]. Tra le PMI sono sempre più diffusi i casi in cui solo due soggetti siano i detentori dell’intero capitale sociale della società; talvolta, invece, la compagine sociale paritaria è costituita da nuclei familiari entrati in possesso delle partecipazioni sociali a seguito di una successione mortis causa. La suddivisione del capitale sociale in misura paritetica tra i soci o la previsione di un quorum costitutivo speciale che renda necessario l’assenso di tutti i soci (in sede assembleare), o dei loro rappresentanti (se in sede consigliare) può costituire dunque il presupposto del verificarsi di situazioni di stallo decisionale, definite dalla letteratura inglese come deadlock [3]. Alla base del fenomeno di deadlock vi sono diversi fattori. Secondo l’opinione tradizionale, nelle compagini paritarie l’instabilità del governo societario deve ricollegarsi prevalentemente alle differenze di natura psicologica e culturale tra i soci e alla loro divergenza di filosofia nella conduzione degli affari [4]. Altrove invece l’instabilità nella gestione sociale si ricollega a motivazioni di carattere economico/organizzativo o, comunque, estranee al contesto giuridico delle relazioni dei soci [5]. Il presente articolo mira a enucleare alcune delle possibili soluzioni che i soci di una società partecipata al 50% da due soggetti hanno a disposizione quando tra gli stessi vengono a crearsi situazioni di stallo decisionale che nel medio-lungo periodo potrebbero determinare il rischio di liquidazione della società per impossibilità di funzionamento dell’assemblea, con conseguente perdita del valore che essi hanno contribuito a creare [6]. 2. La “deadlock” e i relativi problemi Come illustrato nel paragrafo introduttivo, la deadlock costituisce un evento che si produce nei casi di partecipazione paritetica oppure quando tutte o alcune delle decisioni debbano essere adottate a maggioranza qualificata e la composizione della compagine sociale sia tale da richiedere il consenso del socio di minoranza oppure ancora nell’ipotesi in cui nell’organo amministrativo metà dei componenti siano espressione di un socio o di un gruppo di soci e l’altra metà siano espressione di un altro socio o gruppo di soci. Sono queste le ipotesi che normalmente possono dar luogo a una situazione di stallo decisionale: è evidente infatti che quest’ultimo non si può verificare [continua..]

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