L’Autore svolge una breve introduzione ai lavori del convegno.
The Conference of Alba, twenty years later The Author makes a brief introduction to the work of the conference
Studi di diritto commerciale, è stato affidato a me il compito di aprire i lavori in occasione di un evento particolarmente significativo. Vale a dire, come tutti ormai sanno, al compimento del ventesimo anno di vita del Convegno di Alba, che dell’Associazione rappresenta il fiore all’occhiello e il figlio prediletto.
Chiedo anticipatamente scusa se sarò inadeguato a svolgere come sarebbe stato augurabile l’incarico affidatomi, poiché, se in qualche modo me la cavo nello svolgimento di relazioni giuridiche, non sono molto bravo in questo genere di esercizio, per così dire encomiastico, soprattutto considerando che l’encomio dovrebbe provenire da uno degli encomiati. Ma, poiché, ai conflitti d’interesse siamo da lungo tempo abituati e, dopo tutto, come ben sanno coloro che si occupano d’investimenti bancari, l’importante è che il conflitto sia reso noto in anticipo, non è stato possibile sottrarmi a questo doveroso ufficio. Dunque, il Convegno di Alba vent’anni dopo. Questo è il titolo che compare sul programma. Vingt ans après.
E il pensiero non può non correre subito ad Alexandre Dumas, anche se, a onor del vero, le avventure del Convegno sono state certo meno mirabolanti di quelle affrontate da D’Artagnan e dai suoi soci. Eppure, nel nostro piccolo e nei limiti consentiti dall’essere, per fortuna, giuristi e non moschettieri perennemente occupati in pericolosi duelli e in diabolici intrighi, anche noi qualche modesta avventura l’abbiamo pur sempre affrontata. Vorrei allora incominciare dalle avventure più prosaiche, quelle che si nascondono dietro il Convegno vero e proprio, per ricordare che, se dopo vent’anni ci troviamo ancora una volta qui, lo dobbiamo a tutti coloro che non hanno risparmiato i loro sforzi, il loro impegno e il loro tempo prezioso per far sì che la tradizione continuasse così a lungo. Una cosa, evidentemente, è mettere insieme un convegno estemporaneo: lo fanno in tanti, come testimonia l’arrivo pressoché quotidiano d’inviti e locandine di ogni sorta.
Altra cosa è farlo per vent’anni consecutivi e farlo non in unasemplice ottica conservativa, ma in un’ottica di progressiva crescita, dando ai nostri incontri albesi contenuti sempre più importanti – io credo – sia per dimensioni, sia per contenuti scientifici. Non ricordo con gratitudine me stesso, per il già evocato conflitto d’interessi. Ma credo fermamente non ci si possa nascondere che il Convegno di Alba non ci sarebbe stato o, almeno, sarebbe finito da un bel pezzo se non fosse esistita quella creatura colta, tenace e instancabile che risponde al nome di Luciano Panzani, che qui mi piace ricordare ancora una volta non solo come amico e compagno di avventura, ma come autentico demiurgo della nostra manifestazione. Quando Luciano [continua..]