Il mercato integrato postula lo sviluppo di un’economia moderna e socialmente inclusiva, che non trascuri le esigenze dei cittadini meno abbienti e dei consumatori vulnerabili. Il raggiungimento di questi obbiettivi dipende anche dalla facilità di accesso ai servizi di pagamento, così come attuati in Italia, Belgio e Francia dal recepimento della direttiva 2014/92/UE (P.A.D.). Il presente contributo mette in luce le differenze nella trasposizione del diritto europeo, dovute al diverso tasso di accesso ai servizi bancari di base.
The implementation of the Payment Accounts Directive in Italy, France and Belgium The integrated market postulates the development of a modern and socially inclusive economy, which does not neglect the needs of citizens and vulnerable consumers. The achievement of these objectives also depends on the ease of access to payment services, as implemented in Italy, Belgium and France by the transposition of the European directive 2014/92/UE (P.A.D.). This article highlights the differences in the transposition of the European harmonized law, due to the different access to basic banking services.
1. Introduzione
Come è noto, il contesto storico e le istituzioni sociali giocano un ruolo fondamentale nell’influenzare le motivazioni ed il comportamento economico degli individui [1] e le scelte del decisore pubblico sono essenziali per riequilibrare il mercato attraverso lo stimolo della domanda aggregata di beni [2]. Fra le politiche statali più in grado di influenzare la collettività e determinare lo sviluppo di un Paese troviamo senz’altro quelle che regolano il rapporto tra cittadini e istituti bancari. Nel 2015 si è stimato che più di 2 miliardi di adulti non abbiano avuto accesso ai servizi finanziari di base [3], la maggior parte dei quali vive in paesi in via di sviluppo.
La questione dell’inclusione bancaria è globale ma varia da paese a paese a seconda dello sviluppo delle infrastrutture, del livello di povertà e del quadro giuridico.
Fin dalla sua nascita, l’Unione europea promuove il rafforzamento di un mercato integrato [4] favorendo lo sviluppo di un’economia moderna e socialmente inclusiva [5], che non trascuri le esigenze dei cittadini meno abbienti. Il raggiungimento di questi obbiettivi dipende anche dalla facilità di accesso alla prestazione universale di servizi di pagamento [6].
La bancarizzazione è propedeutica al raggiungimento di questi fini [7]. Secondo il Global Findex Database 2017 [8], circa il 31% della popolazione mondiale non ha ancora accesso a servizi finanziari. Si tratta di una forma di esclusione sociale che costituisce un freno allo sviluppo, perché preclude all’individuo l’accesso al trasferimento del denaro, alla conduzione sicura di una attività, al credito e a numerosissimi servizi, necessari alla realizzazione del singolo [9]. In questo senso, si parla a buon diritto di funzione sociale della banca [10].
Le nuove regole devono rientrare nell’ambito di una strategia economica intelligente, che tenga conto anche delle esigenze dei consumatori più vulnerabili, garantendo a tutti l’accesso a un conto di pagamento [11]. È noto infatti che la digitalizzazione bancaria può essere fonte di esclusione e di inclusione nello stesso momento, poiché senza avere a disposizione i necessari strumenti il cittadino resta ai margini del mercato [12]: non a caso, le norme europee citano sia l’economia moderna e solidale, sia la categoria dei consumatori vulnerabili.
L’emanazione della direttiva 2014/92/UE, meglio conosciuta con il nome di Payment Account Directive (in prosieguo P.A.D.) [13], che si innesta in una materia già in fermento da svariati decenni, è finalizzata a stabilire regole armonizzate in materia di trasparenza e comparabilità delle spese addebitate ai consumatori per i conti di pagamento detenuti [continua..]