Premessa
Pubblichiamo in questo numero della Sezione di diritto processuale delle società tre contributi che affrontano – sia pure sotto distinti angoli visuali – tematiche tra loro legate da un fil rouge che le accomuna, e che riguarda le modalità e gli effetti dell’esecuzione forzata sui “valori” dell’impresa societaria, considerata ora nella sua dimensione “partecipativa”, ora nella sua dimensione “produttiva”.
Il tema della pignorabilità delle quote di partecipazione nella società a responsabilità limitata – che è oggetto del contributo di M.P. Gasperini – è consolidato nella letteratura e nella giurisprudenza, essendo agganciato alle interpretazioni ed alle prassi applicative di una previsione di legge (l’attuale art. 2471 c.c.), modificata dalla riforma del 2003, che ha dato luogo a varietà di orientamenti e di opinioni. Ferma la responsabilità dell’ente verso i suoi creditori nei limiti del patrimonio sociale, le questioni che sorgono attengono principalmente all’individuazione delle più corrette modalità di attuazione del pignoramento da parte del creditore personale del socio, in un contesto normativo e giurisprudenziale che evidenzia significative differenze rispetto ai paradigmi dell’esecuzione forzata di diritto comune. Le perduranti incertezze interpretative circa la soluzione dei possibili conflitti tra creditore pignorante ed acquirente volontario della quota contribuiscono a rendere ancor più fluido il quadro di riferimento. L’azienda, in quanto bene mobile immateriale non iscritto in un pubblico registro, concorre a formare il patrimonio responsabile dell’ente societario verso i creditori d’impresa. La (contestata) espropriabilità del complesso aziendale – di cui si discute nel saggio di M. Cirulli – esige non solo l’individuazione dell’oggetto dell’espropriazione e delle appropriate modalità esecutive (ricondotte dall’Autore, per analogia, alle previsioni relative al pignoramento di quota di società a responsabilità limitata, opportunamente adattate), ma evoca importanti profili di responsabilità dell’acquirente in executivis, il quale risponde dei debiti e succede nei crediti e nei contratti relativi all’azienda espropriata, alla stessa stregua di un atto di cessione consensuale. Il tema della tutela dei creditori sociali a fronte della riconosciuta pignorabilità ed espropriabilità delle quote di società di persone liberamente trasferibili – che rappresenta il leitmotiv dello scritto di G. Finocchiaro – solleva nuovamente il profilo della responsabilità dell’acquirente della quota staggìta, posto che, in dette società, per i creditori sociali non è indifferente la composizione della compagine sociale, riflettendosi la consistenza patrimoniale di ciascun socio (e, segnatamente, del socio acquirente in executivis) sull’ampiezza della garanzia patrimoniale dei creditori sociali. L’esecuzione forzata sui “valori” societari dischiude, in definitiva, un terreno complesso e scivoloso, e solleva opzioni certamente controvertibili, siccome ancora poco definite nei contorni normativi e giurisprudenziali, in un [continua..]